mercoledì, Novembre 27, 2024
Rivista Giuridica JUS

Blockchain – Cos’è e come sfruttarla.

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di Riccardo Ruta Ruta

Il termine anglofono desta curiosità, potrebbe sembrare complicato ma in realtà la blockchain è un innovazione piuttosto semplice quanto funzionale. La traduzione letterale è catena di blocchi. Tuttavia per comprendere cosa sia, va contestualizzata. Il suo principale utilizzo è stato applicato alle valute virtuali. Circa dieci anni fa nasceva la prima blockchain che dava vita al fenomeno Bitcoin.

Vere e proprie catene di dati che permettono di creare registri pubblici rapidi, economici e sicuri, utilizzate anche per molte attività non finanziarie, controllare la cronologia di una valuta, verificare le filiere alimentari e i suoi dati di provenienza, il tutto in totale e sicura trasparenza. Ogni informazione inserita in una blockchain è pubblica, certa e rintracciabile. Tramite una blockchain si possono davvero semplificare molteplici passaggi che altrimenti sarebbero più complessi, sopratutto in termini di tempo. Grazie ad un sistema informatico infatti una blockchain permette di visualizzare ed incamerare informazioni salvando tutti i dati. Se oggi si parla spesso di “Internet delle persone” ed “Internet delle cose” forse potremo anche parlare di “Internet delle transazioni”. Infatti molti definiscono la blockchain come un nuovo internet che controlla transazioni e flussi di dati. Sembrerà utopico, ma grazie alla sua totale trasparenza, le blockchain potrebbero divenire un sistema di sostegno anche socio-politico, i suoi archivi sono infatti inalterabili, immodificabili e dunque immuni da corruzione.

Ma torniamo a qualche anno fa, al periodo in cui i bitcoin, la prima valuta virtuale approda in rete. Proprio grazie alle catene di dati fu possibile creare una connessione tra dati trasmessi in rete durante la navigazione online e gli utenti che condividevano detti byte. Le trasmissioni di dati generavano bitcoin, ad ogni dato corrispondeva un bitcoin. I bitcoin divennero una valuta di scambio grazie al loro immediato diffondersi. Cosi col tempo arrivarono anche i cambi e la borsa, ma chi voleva mutare i dati delle proprie connessioni online in bitcoin doveva obbligatoriamente implementare con dei software il proprio sistema operativo e accedere ad una blockchain. I Bitcoin hanno fatto scalpore, e sono stati la prima cripto valuta, il resto, come spesso accade in rete, sono stati solo cloni.

Spiegare ogni passo del processo di sviluppo di una blockchain non è semplice, proveremo a semplificare il tutto. In passato le nostre catene di blocchi sono stati gli amanuensi, molteplici dati della nostra storia rivivono grazie alle scritture, poi i primi libri contabili, passando per i libri mastri, ed infine i server. Ma se prima, in ogni scritto era possibile strappare una pagina, modificare un dato cancellandolo e riscrivendolo, oggi non si può. Le blockchain sono davvero sicure ed inviolabili, sono programmata per questo, ogni utente scrive i propri dati ma non può tornare indietro.

Nel sistema mondiale della finanza servono garanzie e trasparenza, questi valori potranno essere ritrovati in ogni blockchain. Ogni blocco è unico e irripetibile ma connesso agli altri. Se nella maggior parte dei sistemi di registrazione, ogni dato passa attraverso un canale centrale, e quest’ultimo revisiona ogni dato, nelle blockchain questa revisione scompare.

Le blockchain eludono il controllo effettuato da un unico centro di revisione decentralizzando questo passaggio, cosi che ogni utente sia in possesso di una copia dei dati inseriti e possa chiedere che una transazione sia aggiunta alla catena o no. Ne consegue che la richiesta sarà accettata solo se tutti gli utenti concordano sulla sua legittimità, ossia, se la richiesta provenga dalla persona realmente autorizzata a farlo. Ad esempio, nel caso di una compravendita registrata su blockchain, ci si aspetta che il venditore di un immobile ne sia effettivamente proprietario e che l'acquirente disponga della somma necessaria per finalizzare l’acquisto. Questo controllo viene eseguito in modo affidabile e automatico per conto di ciascun utente, creando un sistema di libro mastro molto rapido e sicuro, in grado di resistere a eventuali manomissioni. A questo punto è lecito chiedersi se i Notai garantiscono una sicurezza pari a quella delle blockchain.

Potremmo anche affermare che in rete, le blockchain consentono di garantire anche la privacy e i diritti di diffusione e riproduzione di video, musica ed opere in genere. Infatti, se applicate ai canali di riproduzione o distribuzione delle predette opere dell’ingegno ed artistiche, le blockchain permetterebbero di tracciare chi le scarica illegalmente, le altera o le riproduce. Il loro utilizzo garantirebbe quindi anche un controllo sulla pirateria in rete.

Tuttavia, applicare un sistema come le blockchain richiede che sia normato ed introdotto nei sistemi fiscali e di diritto di ogni paese. È anche vero che non tutto il mondo del web e la rete internet sono regolamentati, ma laddove troviamo diritti, interessi e valute occorrono regole.

Già dal 2014 sia l’Europa che gli Stati Uniti d’America lavorano e si interrogano su come disciplinare le blockchain ed i suoi possibili utilizzi. Gli interrogativi più frequenti riguardano le cripto valute e i rischi connessi ad esse. Il rischio più alto riguarda il riciclaggio di denaro e la fuga di capitali attraverso la smaterializzazione della moneta. Le istituzioni devono predisporre definizioni di base e giuridiche, tali da arginare i rischi connessi alla volatilità e alla mancata regolamentazione delle cripto attività, utilizzo primo delle blockchain.

La Banca d’Italia nel “Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1/2018” del 27/04/2018 ha elaborato una prima definizione di cripto attività intesa come “attività di natura digitale il cui trasferimento è basato sull’uso della crittografia e sulla “Distributed Ledger Technology” (ovvero la tecnologia alla base della Blockchain, tecnologia su registri distribuiti). È stato inoltre chiarito che le cripto attività non svolgono le funzioni economiche della moneta, non integrano la moneta da un punto di vista giuridico e legale, non conferiscono diritti di carattere economico e non rappresentano passività di un ente emittente. Posto quanto affermato dalla Banca d’Italia, nel 2019 in seguito alla conversione del decreto Semplificazioni, la definizione di Distributed Ledger Technology è legge.

Regolamentare l’utilizzo delle blockchain porterebbe molteplici benefici. Pensiamo ai Comuni, i registri catastali, o dati anagrafici. I dati utilizzati dalle istituzioni pubbliche sono spesso frammentati internamente e non trasparenti a tutti, in particolare ai cittadini, alle aziende e agli organismi di sorveglianza. La tecnologia blockchain potrebbe consentire di creare e verificare dei record con un maggiore livello di velocità, sicurezza e trasparenza. Le applicazioni più immediate della tecnologia blockchain nelle amministrazioni pubbliche sono nel campo della tenuta della documentazione. Si prevede che la combinazione di marcatura temporale e firme digitali su un libro mastro accessibile offrirà vantaggi a tutti gli utenti, consentendo loro di condurre transazioni e creare dei record riducendo la dipendenza da altre terze parti.

Oggi le blockchain, applicate in molteplici contesti, vivono una forte espansione. Basti pensare al piccolo Comune Siciliano di Vizzini in provincia di Catania, dove, durante l’emergenza Covid-19, al fine di gestire buoni pasto, è stata sviluppata una blockchain con “token” (monete/gettoni virtuali) in grado di distribuire alle famiglia i buoni ed essere certi che i beneficiari li utilizzassero in modo consono oltre ad essere sicuri che le richieste fossero evase correttamente.

Un altro esempio riguarda l’ultima finanziaria italiana, Legge di Bilancio 2020 (L. n. 160 del 27/12/2019), dove sono previsti investimenti ed agevolazioni a favore dell’agricoltura per circa 600 milioni di euro, ed in particolare un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile e mutui agevolati di importo non superiore al 60% della spesa ammissibile, per il finanziamento dell’agricoltura di precisione o della tracciabilità dei prodotti con tecnologie blockchain.

Le aziende agricole, i condomini, le vendite immobiliari, ogni tipo di atto pubblico soggetto a registrazione, i buoni pasto, solo alcuni degli esempi di possibile applicazione delle blockchain. Investire in questa tecnologia dovrebbe apparire quasi scontato, ma forse la trasparenza della blockchain spaventa chi, in un mondo come il nostro, è libero nella rete delle regole.

Riccardo Ruta Ruta - Avvocato del Foro di Palermo

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